venerdì 1 aprile 2011

Buongiorno a tutti. Avete visto che pasticcio sta succedendo? Due giorni fa il giornale di casa Berlusconi pubblica una ricostruzione di come fu concepito, costruito, approvato e promulgato il cosiddetto Lodo Alfano e da chi. Devo dire -è una cosa che non farò mai più, credo, ma- che la ricostruzione di Feltri è abbastanza verosimile, secondo me molto vicina alla verità: del resto l’avevamo scritto nel libro “Bavaglio” l’anno scorso, come erano andate le cose e, chiunque abbia un po’ di memoria o abbia partecipato alla manifestazione di Piazza Navona dell’8 luglio dell’anno scorso, l’ha sentito ripetere da molti di noi.
Il Lodo Alfano non l'ha scritto Alfano
Il Lodo Alfano l’unico che non l’ha scritto è Alfano: il Lodo Alfano è opera di Berlusconi e dei suoi Avvocati, Ghedini innanzitutto e, dall’altra parte, lo staff del Quirinale con qualche zampino del Partito Democratico, all’epoca guidato dal leggendario Walter Veltroni. Oggi il Quirinale, dopo aver lasciato passare un’intera giornata, la giornata di domenica, smentisce quella ricostruzione in maniera un po’ vaga, dicendo “ è del tutto falsa l’affermazione che al Quirinale si siano stipulati patti su leggi la cui iniziativa, come è noto, spetta al governo e tanto meno sul superamento del vaglio di costituzionalità affidato alla Consulta”. Dopodiché dice che “ la collaborazione tra gli uffici della presidenza del Consiglio e i Ministri competenti è una prassi da lungo tempo consolidata, di semplice consultazione e leale cooperazione, che lascia intatta la netta distinzione dei ruoli e delle responsabilità”. Quanto sia netta questa distinzione lo vediamo tra un attimo. Prosegue, la nota del Quirinale, con il fatto che c’era la legge blocca /processi che era incostituzionale e che, quindi, il Consiglio dei Ministri la sostituì con la Legge Alfano che, invece di bloccare 100.000 processi, bloccava soltanto quelli a Berlusconi. Dice “ Napolitano ne autorizzò la presentazione al Parlamento e, successivamente, dopo l’approvazione da parte delle Camere, promulgò la legge, dando un via libera che - dice - non poteva in nessun modo costituire garanzia di giudizio favorevole della Corte in caso di ricorso” e questo è vero, la firma del capo dello Stato non pregiudica che la Corte possa bocciarla, la legge: quante volte abbiamo visto che la Corte Costituzionale ha bocciato leggi firmate dal Presidente della Repubblica?
“il rispetto dell’indipendenza della Corte Costituzionale e dei suoi giudici, doveroso per tutti, ha rappresentato una costante linea di condotta per qualsiasi Presidente della Repubblica” e su questo non ci sono dubbi. Ci sono dubbi invece sulla prima parte della smentita, perché in realtà non sta scritto da nessuna parte che gli uffici tecnici della Presidenza della Repubblica debbano avviare una prassi di cooperazione e consultazione con i Ministeri e con chi fa le leggi o chi le propone, o chi prepara i decreti. Sarò fissato, sapete che abbiamo appena fatto un quotidiano, Il Fatto Quotidiano, che ha come linea politica la Costituzione e quindi me la sto ripassando: oggi vorrei ripassare l’articolo 74; non so se avete notato, ma su Il Fatto Quotidiano ogni settimana la costituzionalista Lorenza Carlassare esamina un articolo della Costituzione, la settimana scorsa abbiamo esaminato il terzo, questa settimana ci sarà il quarto e andremo avanti. Vi anticipo il settantaquattresimo, che dice: “ le leggi sono promulgate dal Presidente della Repubblica - scusate, questo è il 73 - entro un mese dall’approvazione. Se le Camere, ciascuna a maggioranza assoluta dei propri componenti, ne dichiarano l’urgenza la legge è promulgata nei termini da esse stabiliti. Le leggi sono pubblicate subito dopo la promulgazione e entrano in vigore il quindicesimo giorno successivo alla loro pubblicazione, salvo che le leggi stesse stabiliscano un termine diverso”.
Napolitano poteva non firmare
Dopodiché, il 74 - e qui arriviamo al dunque - prevede quanto segue: “ il Presidente della Repubblica, prima di promulgare la legge può, con messaggio motivato alle Camere, chiedere una nuova deliberazione; se le Camere approvano nuovamente la legge questa deve essere promulgata”. E’ molto secco questo articolo, sono quattro righe e mezza, due commi: “ il Presidente della Repubblica, prima di promulgare la legge può, con messaggio motivato alle Camere, chiedere una nuova deliberazione; se le Camere approvano nuovamente la legge, questa deve essere promulgata”, punto e fine: che cosa significa? Che il Presidente, solo se la legge è manifestamente incostituzionale, la può rimandare indietro alle Camere con un messaggio? Assolutamente no, non c’è scritto: c’è scritto che il Presidente della Repubblica, prima di promulgarla, può rimandarla indietro e chiedere di rifarla diversa, con un messaggio motivato alle Camere, dove spiega il perché, sia che sia incostituzionale e sia che non gli piaccia: ci possono essere delle leggi orrende, infami, ributtanti, ingiuste, contrarie alla moralità pubblica, contrarie al senso dello Stato, che non per questo sono di per sé manifestamente incostituzionali, per esempio l’ultima che ha firmato, ossia lo scudo fiscale. Non si sa se sia incostituzionale, sicuramente è una porcheria inaudita per le ragioni che abbiamo spiegato e che spiegheremo domani, dove su Il Fatto Quotidiano troverete un manualetto per il riciclatore a norma di legge, a norma di scudo.
Prendiamo un altro caso: la legge che fa degli immigrati clandestini dei delinquenti prima ancora che commettano dei reati, solo per lo status di clandestini; è una totale follia, non serve a niente dal punto di vista della lotta alla clandestinità: perché? Come potrà mai essere spaventato un immigrato clandestino dalla prospettiva di essere condannato a una pena pecuniaria di 5 o 10. 000 Euro? Non li ha, né 5 né 10. 000 Euro, se li ha non risultano e non li pagherà mai, è lo Stato che deve avere paura di un’ondata di migliaia, migliaia e migliaia di processi a gente che, alla fine, sarà condannata a pagare una multa che non pagherà. E’ una legge che da un lato non serve a niente e, dall’altro lato, paralizza - se già non fosse paralizzata - la giustizia ancora di più e in più fa dell’Italia un Paese che ha smarrito il senso dell’umanità e della pietà, perché quando arriva una larva umana scampata a un naufragio e, appena mette piede sulla battigia, le viene notificato un avviso di garanzia per immigrazione clandestina beh, quello la prossima volta magari affoga con tutti gli altri, che forse gli conviene. Stiamo parlando di leggi disumane e assolutamente inutili, folli, irrazionali e poi non sappiamo se sono anche incostituzionali: alcuni giudici ritengono di sì, ma vedremo in futuro la Corte Costituzionale che cosa dirà. Intanto sono leggi porcata che, ripeto, ai sensi dell’articolo 74 il Capo dello Stato, se lo ritiene, può rispedire indietro anche se non ravvisa manifeste ragioni di incostituzionalità, articolo 74. A furia di sentir dire che il capo dello Stato può respingere le leggi solo se sono manifestamente incostituzionali, mi ero fatto l’idea che ci fosse scritto nella Costituzione: in realtà non c’è scritto, sarà una prassi ma non.. la Costituzione non lo dice, dice semplicemente che, se una legge non gli piace, lo motiva e la rispedisce indietro. Poi dice anche che, se gliela rimandano uguale, la deve firmare; se gliela rimandano modificata, essendo una nuova legge, la può nuovamente respingere, ok? Quando il capo dello Stato, l’altro giorno, per giustificare la sua firma sulla legge dello scudo fiscale ha redarguito severamente un cittadino che faceva il cittadino, ossia che gli chiedeva conto e ragione dei suoi atti, cosa che tutti noi dovremmo fare nei confronti di chi ricopre cariche pubbliche, il Presidente della Repubblica l’ha cazziato: gli ha detto “ tanto se la rimandavo indietro me la rifacevano uguale”. Intanto tu mandagliela indietro, con un messaggio al Paese, ossia al Parlamento, nel quale spieghi le ragioni per cui quella è una porcata, dopodiché voglio vedere una maggioranza già sfilacciata dove, se non ci fossero le assenze del PD, già lo scudo non sarebbe passato né in sede di costituzionalità né in sede di approvazione definitiva, se quella stessa maggioranza non ha almeno dieci, venti o trenta persone, magari gli amici di Fini, che sono colte da una crisi di coscienza, oppure semplicemente non vogliono andare a uno scontro frontale con il Quirinale! Poi comunque tu potrai guardarti la mattina allo specchio e dire “ ho fatto di tutto, ho fatto tutto ciò che la Costituzione mi consentiva per evitare che il Paese venisse violentato da una nuova legge immorale, che premia i delinquenti”! Del resto, se c’è scritto all’articolo 74 che la puoi rimandare indietro, avrà un senso, quest’articolo 74! Che cosa vuole dire che la seconda volta la devi firmare? Lo sappiamo, c’è scritto: intanto non firmarla la prima, così almeno sappiamo che c’è almeno un’istituzione, oltre ai nove membri della Corte Costituzionale su 15 che non si sono ancora inginocchiati davanti al Duce, che rappresenta le istituzioni e che svolge un’opera di controllo imparziale e indipendente, che non si lascia intimidire, mentre oggi dobbiamo dire che, a parte quei nove giudici costituzionali su 15, non abbiamo nessun altro potere terzo che sia in grado di difenderci da leggi incostituzionali di questo regime.
Il ricatto di Berlusconi
Come andò, invece, per il Lodo? Ve lo ricordate? Berlusconi vince le elezioni, sta arrivando rapidamente a conclusione un processo che dura da tre anni, il processo Mills a carico suo e di Mills, lui è accusato di aver corrotto Mills, Mills è accusato di essere stato corrotto da lui, sono in due, hanno finito di sentire i testimoni, sta per iniziare la discussione finale, ossia la requisitoria e le arringhe difensive dei due Avvocati e due imputati, Berlusconi piazza un emendamento nel pacchetto sicurezza, nel quale c’è scritto che sono bloccati 100. 000 processi: questo era il risultato di quest’emendamento. Era una legge che, con la scusa di fare celebrare prima i processi per i reati più recenti, di fatto imponeva ai giudici di dimenticarsi quelli per i delitti commessi fino, se non erro, al 2001. Naturalmente, tra quei delitti commessi fino al 2001, c’erano delitti gravissimi quali associazione a delinquere, estorsione, di tutto: perché? Perché ci doveva fare rientrare pure la corruzione giudiziaria, visto che era accusato insieme a Mills di corruzione giudiziaria del testimone. Quindi prendeva 100. 000 vittime di quei reati e diceva “ sapete che c’è? Dato che ho un processo commesso nello stesso periodo nel quale è stato commesso il reato ai danni vostri, ve la scordate la giustizia, non avrete giustizia: perché? Perché non posso permettermi di farmi giudicare per quel reato”, conseguentemente prendeva 100. 000 vittime e diceva loro “ voi non avrete giustizia”, prendeva 100. 000 colpevoli, o almeno i colpevoli di 100. 000 reati e diceva loro “ state tranquilli, siete nella mia categoria, la fate franca come me!”, sarebbe successo, ovviamente, il finimondo, immagino che le vittime sarebbero andate a Roma a incendiare qualche palazzo. Io, se fossi stato una vittima che si sentiva fare un discorso del genere, l’avrei fatto.
E allora che cosa succede? Arrivano i pompieri per cercare di spegnere il fuoco che ha appiccato Berlusconi, il quale fa sempre così: appicca il fuoco, arrivano i pompieri e gli dicono “ spegniamolo insieme, questo fuoco: cosa vuoi in cambio?” e lui lì piazza la sua vera richiesta, che non è assolutamente bloccare 100.000 processi, a lui interessa bloccare i suoi e altri 99. 999 si possono celebrare tranquillamente, l’importante è che il suo non si celebri. Nasce così quella che si chiama la moral suasion e che si potrebbe chiamare moral suasion se venisse fatta la persuasione morale, la persuasione etica nei confronti di una persona etica: stiamo parlando di Berlusconi, naturalmente, conseguentemente questa è l’immoral suasion. L’immoral suasion che cosa produce? Produce un compromesso da parte delle istituzioni e, per Berlusconi, produce esattamente il risultato che lui aveva sperato: lui ti presenta ogni giorno un piatto pieno di sterco e ti dice “ mangialo”, tu gli dici “ scusa, non potremmo levare un cucchiaino di sterco?”, lui ti dice “ sì, sì, levalo pure” e tu ti mangi tutto il resto e, una fine, lui fa pure la figura del moderato e tu vai in giro a dire “ ho vinto, perché gli ho fatto levare un cucchiaino di sterco e mi sono mangiato soltanto tutto il resto”, questa è la storia del Lodo Alfano. Lodo Alfano che viene suggerito dal Quirinale con la consulenza dei tecnici giuridici del Quirinale, tant’è che, una volta approvato, quando ci sono manifestazioni, contestazioni, richieste di spiegazioni, il Quirinale emette ben tre note ufficiali, Grillo le ha pubblicate l’altro giorno sul blog, nelle quali rivendica il Lodo Alfano dicendo che il Lodo Alfano risponde alle obiezioni che la Corte Costituzionale aveva fatto nel gennaio del 2004 quando aveva bocciato il Lodo Meccanico /Schifani. Se il Presidente della Repubblica si attenesse alla Costituzione senza aggiungerci dei codicilli suoi, tipo quello della moral suasion, che cosa farebbe? Che cosa dovrebbe fare? Dovrebbe starsene seduto ieratico, inavvicinabile al Quirinale, lasciar fare il governo e il Parlamento e, quando gli portano una legge approvata e impacchettata o un decreto approvato e impacchettato, in quel momento apre il pacchetto, vede che cosa c’è dentro, se gli piace mette la firma, se non gli piace rimanda indietro e spiega il perché (messaggio motivato: questo prevede la Costituzione). Invece da qualche anno aveva già cominciato Ciampi in parte, ma negli ultimi due anni è esploso questo malvezzo costituzionale: guardate, non ve lo dico io che non sono nessuno, l’hanno scritto molti costituzionalisti, se il capo dello Stato partecipa con consigli, suggerimenti, ammonimenti alla fase della preparazione e dell’approvazione delle leggi o dei decreti, quelli non sono più i decreti e le leggi del governo e del Parlamento, quelli diventano i suoi decreti e le sue leggi e, quando gli arrivano sul tavolo per la firma, non è più lui che deve decidere su una legge fatta dal Parlamento o dal governo, è lui che deve decidere su una legge che anche lui ha contribuito a fare, conseguentemente si assume la paternità almeno parziale dei provvedimenti che andrà a giudicare e come fa a rimandarli indietro? Quelli gli risponderanno “ ma se ce l’hai detto tu, di fare così”! Ecco perché quello che sta succedendo per molti costituzionalisti è qualcosa di inedito e anche di molto ardito dal punto di vista costituzionale, perché il capo dello Stato non può assumersi la paternità di un decreto o di una legge prima che gli arrivino sullo tavolo, invece vedete che succede spesso: ricorderete il Decreto Englaro, per cui Berlusconi voleva fare un decreto per impedire l’esecuzione di una sentenza definitiva sull’accanimento terapeutico nei confronti della povera Eluana. Il Capo dello Stato non ha aspettato che gli arrivasse quel decreto: ha mandato una lettera al Consiglio dei Ministri, che stava facendo quel decreto, per anticipare che quel decreto lui non l’avrebbe firmato e perché conosceva già un decreto che non era stato ancora varato? Evidentemente perché, anche in quel caso, qualche Sherpa del governo era andato a farglielo vedere prima e lui non li deve fare entrare gli Sherpa, lui deve dire “ fate quello che dovete fare, poi mi portate la legge: se è una porcata - e statisticamente da questo governo non può che uscire roba del genere! - ve la rispedisco indietro”, non dirglielo prima! Tant’è che Berlusconi si incazzò e ebbe ragione, secondo me, dicendo “ ma tu non puoi venire in Consiglio dei Ministri a dirci quello che dobbiamo fare: noi facciamo le nostre cose, ci prendiamo le responsabilità e poi tu ti prendi la responsabilità di respingercela”. Eh, già, ma dopo che tu l’hai respinta nasce immediatamente uno scontro violento tra il Quirinale e Palazzo Chigi: questa è la ragione per cui il capo dello Stato adotta quell’altra soluzione di cui io, nella Costituzione, sarò rozzo e brutale ma non ho trovato traccia, di suggerire, consigliare, sapere prima, dire prima, anticipare. Il capo dello Stato non è il consulente del governo o del Parlamento, o almeno non c’è scritto questo potere, tra i tanti o pochi che gli spettano. La stessa cosa è successa quest’estate con le intercettazioni: ne abbiamo parlato, la legge sulle intercettazioni, questa incommensurabile puttanata che farà in modo che non si scopriranno più i colpevoli dei reati, perché di fatto non si potrà più intercettare, preoccupava la magistratura, preoccupava le forze dell’ordine, preoccupava tutti i cittadini onesti, preoccupava anche i giornalisti e i costituzionalisti, perché è anche una legge liberticida contro il diritto /dovere di cronaca, il Capo dello Stato- stiamo parlando sempre di una persona magari animata dalle migliori intenzioni - si rende conto che sta per passare una porcata. E allora che cosa dice la Costituzione? Aspetta che la approvino, la porcata, dopodiché non gliela firmi: gliela rimandi indietro, dicendo loro “ è una porcata per questo motivo, è incostituzionale per questo, questo e quest’altro motivo” etc., tra l’altro spiani anche la strada alla Corte Costituzionale perché, se ha davanti a sé una pronuncia del capo dello Stato che dice che è manifestamente incostituzionale, la Corte Costituzionale non avrà più quei patemi che hanno terrorizzato quei 15 vecchietti l’altro giorno, per cui è un miracolo se se ne sono trovati 9 su 15 che hanno avuto il coraggio di dichiarare incostituzionale una legge incostituzionale, compresi i due che vanno a cena con l’autore della legge e con l’utilizzatore finale della medesima, che hanno votato e naturalmente hanno votato a favore del Lodo Alfano, perché nessuno l’ha ricordato, ma hanno avuto la spudoratezza, Mazzella e Napoletano, di votare a favore di una legge con il cui autore e con il cui utilizzatore erano andati a cena e erano stati pure beccati!
Il precedente della legge sulle intercettazioni
Invece che cosa fece, sulla legge delle intercettazioni? Il solito discorso: Alfano andò al Quirinale - lo scrisse Eliana Milella su Repubblica  e non fu smentita da nessuno, né dal Quirinale, né da Alfano - Alfano sale al Quirinale e gli dice “ noi avremmo preparato questa roba qua, lei che dice?” o “ tu che dici?”, non so se si diano del lei o del tu; Napolitano dice “ così come è non penso che la firmerò, cambiate qua, qua e qua”. Alfano torna e si decide che, per fare quei cambiamenti, bisogna passare l’estate, conseguentemente viene rinviata all’autunno e adesso ce la propinano con qualche ritocco, con qualche cucchiaino di sterco in meno. Dopodiché il capo dello Stato che cosa farà? Avrà le solite mani legate: perché? Perché gli ha detto lui di levare due o tre cucchiaini di sterco dalla montagna di sterco, dopodiché sarà costretto a firmare la montagna di sterco, dopodiché si dirà “ ma se lui ha detto che non è manifestamente incostituzionale potrà, la Corte...?” e così rinasceranno i soliti equivoci. Purtroppo il vizio è all’origine, cioè quando il Lodo Alfano nacque secondo quella teoria assurda della riduzione del danno, “ salviamo il salvabile”, il meno peggio è il Lodo Alfano: perché? Perché Berlusconi minaccia il peggio, la legge che blocca 100.000 processi e quindi ci caliamo le brache, cediamo, sospendiamo i suoi processi e così lui lascia fare gli altri, immoral suasion! Da quel momento è evidente che il capo del governo sa di avere dalla sua parte il Quirinale e infatti, per un anno, chiunque osava criticare anche pallidamente il Quirinale veniva massacrato dai giornali di Berlusconi, “ giù le mani da Napolitano!”, anche quando uno faceva delle critiche politiche motivate etc., adesso lo attaccano tutti i giorni con insulti di ogni genere, oggi vogliono addirittura l’elezione diretta del capo dello Stato per mandarlo a casa, gliene dicono di tutti i colori, Berlusconi ha detto “Napolitano doveva andare dai giudici costituzionali" avvicinandoli uno per uno e magari fare come faceva Previti: se qualcuno è un po’ riottoso gli dai una busta piena di soldi. Il problema è che l’equivoco, se equivoco è stato e se non ci sono state garanzie ancora più dettagliate e precise, nasce proprio dal fatto che il capo dello Stato è sceso dal suo trono e si è messo a concordare compromessi intorno alle leggi, compromessi preventivi, prima di prendere la sua posizione finale che dovrebbe essere anche l’unica.
La sentenza della Consulta sul Lodo Schifani
Naturalmente, quando uno si mette in quelle condizioni, poi non si può meravigliare se coloro con i quali ha trattato tra l’altro sono dei bari, a sedersi al tavolo di un baro è ovvio che poi quello bara, non ti ci devi sedere al tavolo del baro. E allora hanno cominciato a dire che, visto che Napolitano aveva detto che il Lodo Alfano rispondeva alle osservazioni fatte dalla Corte nel 2004 a proposito del Lodo Schifani, era evidente che la Corte avrebbe approvato il Lodo Alfano, ma non era vero quello che aveva detto il Quirinale, ossia che il Lodo Alfano rispettava i dettami della Consulta sul Lodo Schifani: la consulta aveva bocciato il Lodo Schifani per quattro profili di incostituzionalità, il Lodo Alfano ne aveva recepite alcune, di queste osservazioni, tipo la rinunciabilità del lodo, tipo la temporaneità, ovvero il fatto che non si poteva ripetere di legislatura in legislatura, tipo il fatto che non si poteva equiparare, non si poteva dare l’immunità al Presidente della Corte Costituzionale, visto che è sullo stesso livello degli altri giudici costituzionali, ma non aveva risposto a altri requisiti, per esempio il fatto che il capo del governo non ha nessuno status privilegiato rispetto agli altri Ministri, che i Presidenti di Camera e Senato non hanno nessuno status privilegiato rispetto a tutti gli altri parlamentari. Direte “ però la Corte Costituzionale nel 2004 non aveva bocciato il Lodo Schifani /Maccanico in quanto si cambiava l’articolo 3 della Costituzione, cioè il proprio di uguaglianza, con una legge ordinaria approvata a maggioranza, anziché con una legge costituzionale approvata con i due terzi o con la doppia lettura Camera /Senato, Camera /Senato e il referendum confermativo”, non aveva detto “ dovete fare una legge costituzionale per derogare al principio di uguaglianza” e a questa cosa, a furia di sentircela ripetere, ci abbiamo creduto. In realtà bastava leggere la sentenza del 2004 e non è vero niente: se volete, andate su Internet e digitate sentenza numero 24 del 2004, il Presidente era Riccardo Chieppa, il relatore era Francesco Amirante e, in quella sentenza, la Corte Costituzionale non ha mai scritto da nessuna parte che si possa derogare al principio di uguaglianza, che è un precetto costituzionale (articolo 3 della Costituzione) con una legge ordinaria. Che cosa faceva la Corte? Elencava tutte le ragioni per le quali il Tribunale di Milano aveva eccepito sulla costituzionalità del Lodo Schifani, tra cui c’era anche quella formale, ossia che il Lodo non era una legge costituzionale e conseguentemente non poteva, ovviamente, cancellare con legge ordinaria un precetto costituzionale. Poi c’erano gli altri profili, la Corte giudicava sufficienti alcuni profili di incostituzionalità senza esaminarli tutti, visto che erano troppi e diceva “ bastano e avanzano questi per mandarla a picco”. E poi, alla fine, diceva - questa è la frase chiave - “ resta assorbito..” ah, prima diceva “ la questione di illegittimità costituzionale sollevata dal Tribunale di Milano è fondata - cioè la Legge Schifani è incostituzionale - in riferimento agli articoli 3 e 24 della Costituzione” e poi aggiungeva “ resta assorbito ogni altro profilo di illegittimità costituzionale”, ossia gli altri profili di illegittimità costituzionale non è che non siano fondati, ma sono assorbiti in questa dichiarazione di incostituzionalità che abbiamo fatto a proposito degli articoli 3 e 24 della Costituzione, senza inoltrarci oltre, assorbito vuole dire incluso, compreso, confermato, non vuole dire escluso, espulso, negato. Poche righe prima - la sentenza è datata 20 gennaio 2004, Presidente Chieppa, redattore Amirante, la trovate su Internet, così vedete se vi sto raccontando palle - al punto 6 scriveva, la Corte, “ alle origini della formazione dello stato di diritto sta il principio della parità di trattamento rispetto alla giurisdizione”, ovvero tutti i cittadini sono uguali di fronte alla legge e di fronte alla giurisdizione, insomma quando uno va a finire davanti a un giudice non c’è distinzione che tenga, siamo tutti uguali. “ Il cui esercizio - di questo principio di parità di trattamento rispetto alla giurisdizione - nel nostro ordinamento - nella nostra Costituzione - sotto più profili è regolato da precetti costituzionali”, cioè lo diceva chiaramente che il principio di uguaglianza è regolato da precetti costituzionali e conseguentemente, ogni volta che si vuole toccare il principio di uguaglianza per stabilire delle eccezioni, bisogna intervenire con dei precetti costituzionali, cioè con una legge costituzionale. Non era il caso del Lodo Schifani, che era fatto in quattro e quattro otto con legge ordinaria a maggioranza e non era il caso del Lodo Alfano, quindi non solo non c’è scritto nella sentenza sul Lodo Schifani che si poteva procedere a derogare all’articolo 3 della Costituzione con legge ordinaria, ma c’era scritto il contrario: c’era scritto che il principio di uguaglianza è regolato da precetti costituzionali e c’era scritto che il fatto che non fosse una legge costituzionale il Lodo Schifani non era affatto una cosa secondaria, ma semplicemente era assorbita nella dichiarazione di incostituzionalità che era stata motivata sulla base di altri profili di incostituzionalità. E allora perché il capo dello Stato, un anno fa, ci ha detto che il Lodo Alfano recepiva tutte le contestazioni della Corte Costituzionale? E’ quando ha detto così che Berlusconi si è illuso di avere la Corte in tasca, perché prima di fare una dichiarazione così impegnativa il Capo dello Stato avrà preso le sue informazioni, i suoi giuristi si saranno informati, qualche telefonatina l’avranno fatta! Questo per dire che forse, soprattutto visto il baro che c’è dall’altra parte del tavolo, sarebbe il caso di ritornare a una concezione un po’ più letterale della presidenza della Repubblica: quella di un Presidente che se ne sta seduto in attesa delle leggi e poi, se le leggi non vanno bene, le fulmina e le respinge. Invece il fatto che si continui con questa trattativa sottobanco genera gli equivoci di cui vediamo in questi giorni le conseguenze e, purtroppo, avremmo bisogno di un capo dello Stato che non è costretto quotidianamente a intervenire per rettificare, precisare, correggere, etc. etc., perché purtroppo in questa vicenda ancora una volta ciò che è avvenuto prima ha autorizzato Berlusconi a dire di essere stato ingannato. Non so se sia stato ingannato, ma certamente il Lodo Alfano non era soltanto opera sua: era opera di molte mani, comprese quelle della leadership del Partito Democratico, che aveva deciso di non opporsi al Lodo, non ci fu ostruzionismo e, anche all’epoca, si disse che la moral suasion aveva coinvolto anche il Partito Democratico, in quanto l’impegno che era stato preso era che Berlusconi rinunciava alla legge blocca /processi e che il Lodo Alfano, al posto della legge blocca /processi, sarebbe passato subito, mentre invece l’ostruzionismo avrebbe potuto ritardarne l’approvazione e, nel frattempo, avrebbe potuto arrivare la sentenza del processo Mills. Forse il capo dello Stato avrebbe potuto, in quella circostanza, dire a Berlusconi “ i processi non sono affare mio, lei li aveva prima di essere eletto, ha deciso di candidarsi da imputato, non i meravigli se adesso, che arrivano alla fine, i processi producono una sentenza: se lei ritiene che non ci debbano essere dei processi a carico del Presidente del Consiglio perché il Presidente del Consiglio deve occuparsi 24 ore su 24 di governare il Paese benissimo, faccia come si fa nelle democrazie normali, faccia come ha fatto Nixon, faccia come ha fatto Devil Pain, faccia come ha fatto Olmert, faccia come ha fatto il governatore dello stato di New York, se ha un’indagine e pensa di essere troppo occupato appresso a quell’indagine si dimetta, lei non è stato eletto dal popolo, lei è stato nominato da me, il popolo ha eletto il Parlamento e il Parlamento ha espresso una maggioranza, la quale maggioranza ha designato lei, ma io, capo dello Stato, potevo scegliere un altro. Se lei ritiene di non avere tempo sufficiente per governare si dimetta e vada a farsi i suoi processi e io nominerò un altro Presidente del Consiglio di centrodestra, perché questa maggioranza deve governare, visto che ha vinto le elezioni, mentre non sta scritto da nessuna parte che il Presidente del Consiglio debba essere lei” e speriamo, prima di diventare tutti vecchi, di trovare qualcuno che, finalmente, faccia a questo impunito questo discorso che, ancora una volta, è basato sulla Costituzione della Repubblica Italiana, Repubblica parlamentare e non presidenziale! Passate parola e continuate a leggere Il Fatto Quotidiano.   
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giovedì 31 marzo 2011

Video Marco Travaglio - O Lodo, o carcere - 05/10/2009

O Lodo, o carcere - 05/10/2009


Buongiorno a tutti, oggi parliamo del Lodo Alfano o Al nano, perché domani la Corte Costituzionale comincia a esaminarne la costituzionalità, la legittimità costituzionale o meno, in seguito ai ricorsi presentati da due tribunali: il Tribunale di Milano in due processi che riguardano Silvio Berlusconi e il G.I.P. del Tribunale di Roma, in merito a un altro processo che riguarda Silvio Berlusconi, ossia quello per la presunta compravendita di Senatori del centrosinistra, “ Affare Berlusconi /Saccà”, per intendersi. Sono tutti processi congelati in attesa che la Corte Costituzionale dica se anche il Presidente del Consiglio è sottoposto alle leggi del suo Paese, oppure se ne è, come stabilisce il Lodo Alfano, immune.

Le mie scuse a Renzo Bossi
Prima, però, di addentrarci, vorrei rendere giustizia a Renzo Bossi: quando si sbaglia bisogna correggersi e quindi il suo Avvocato mi ha fatto notare che ho commesso uno svarione; nel Passaparola dell’11 maggio, quello intitolato “ Zoo Italia”, avevo raccontato che un Europarlamentare della Lega Nord si era portato al Parlamento europeo come assistente parlamentare un figlio di Bossi e questo è vero, solo che avevo sbagliato il nome del figlio e, invece di dire Riccardo, avevo detto Renzo. Avevo detto, per la verità, il primogenito e quindi il primogenito non è Renzo, però ho sbagliato nome, c’era la R in tutti e due e conseguentemente, dato che in quel periodo si parlava molto di Renzo per le sue vicende scolastiche e per il suo lancio del mondo della politica, avevo detto il suo nome invece di quello di suo fratello, quindi do volentieri atto di aver commesso un lapsus e che Renzo non ha mai fatto parte del Parlamento. Leggo quello che mi chiede di leggere l’Avvocato Matteo Iato: “ con riferimento alle affermazioni contenute nel video intitolato “ Zoo Italia” dell’11 maggio 2009, relative a Renzo Bossi, si precisa che le stesse non corrispondono al vero, in quanto Renzo Bossi non ha lai lavorato presso qualsivoglia ufficio del Parlamento europeo, neanche quale assistente accreditato dell’Europarlamentare Francesco Speroni e, pertanto, Renzo Bossi non è mai stato beneficiario della retribuzione mensile di 12. 000 Euro - che è quella prevista per gli assistenti parlamentari - né di altra retribuzione da detto ufficio”. Tanto dovevo a Renzo Bossi e al suo Avvocato, penso che sia assolutamente sacrosanto chiedere scusa, quando si commette un errore: soprattutto quando l’errore è, ovviamente, in totale buona fede e è frutto di uno scambio di persona.
La Consulta non si esprima sulle conseguenze politiche
Detto questo, parliamo del Lodo: parliamo del Lodo perché circolano, sui giornali, varie indiscrezioni sugli orientamenti che starebbero dividendo la Corte Costituzionale; c’è chi dice che ci sono cinque giudici pro, cinque giudici contro e cinque incerti, insomma fanno il Toto - Lodo in Parlamento in queste ore. Abbiamo già parlato della vergogna dell’avvocatura dello Stato, che è andata a sostenere non la legittimità costituzionale del Lodo, ma la necessità politica del Lodo in quanto, se il Lodo non fosse confermato e saltasse, Berlusconi tornerebbe imputato e conseguentemente dovrebbe dimettersi, crollerebbe il governo, sarebbe un cataclisma. Qualcuno dirà “ magari!”: certo, ma non è quella la sede per discutere degli effetti dell’incostituzionalità del Lodo, alla Corte dovrebbero discutere la costituzionalità o meno del Lodo, gli effetti sono poi affare della politica, degli elettori, del Parlamento, del governo, del capo dello Stato. Lì devono stabilire se il Lodo è o meno costituzionale, se la legge è uguale per tutti, oppure per tutti tranne quattro, se tutti siamo uguali di fronte alla legge oppure tutti tranne quattro: anzi, tranne uno, perché poi l’unico che ne ha bisogno e che se ne avvale è appunto l’utilizzatore finale, il solito Presidente del Consiglio.
Con un assist meraviglioso, l’altro giorno Rutelli ha dichiarato che, se il Lodo dovesse decadere, allora ci sarebbe spazio per un governo istituzionale: oltre a essere una grandissima sciocchezza, questo è anche un grande regalo a Berlusconi, perché è proprio quello che sta cercando di fare Berlusconi, spaventare la Corte dicendo “ se voi bocciate il Lodo vi assumete la responsabilità di un crollo del governo e di un cataclisma politico in un clima di incertezza”, visto che al posto dell’attuale maggioranza non ce ne è un’altra pronta, l’opposizione - chiamiamola così - è un’armata Brancaleone, che ancora l’altro giorno è riuscita a salvare, grazie alle sue assenze, prima lo scudo fiscale in sede di verifica della sua costituzionalità e poi lo scudo fiscale, in sede di votazione finale alla Camera. Quindi quest’opposizione, tra PD e Udc, si è presentata in ordine sparso, l’unico che ha presentato le truppe quasi al completo - ne mancava uno nell’ultima votazione: Misiti, tra l’altro un personaggio di cui credo non si senta la mancanza - l’opposizione è quella roba lì, non è in grado di produrre una maggioranza alternativa e conseguentemente spaventare la Corte è l’unica strategia possibile da parte di chi ha fatto questo Lodo e sa benissimo di aver violato la Costituzione, facendo questo Lodo.
Rutelli, come al solito, ha dato un assist a Berlusconi, accreditando l’idea che, se viene bocciato il Lodo, Berlusconi cade: in realtà questo dovrebbe succedere in ogni Paese democratico, ma avrebbe dovuto succedere non in virtù della bocciatura del Lodo, avrebbe dovuto succedere nel momento stesso in cui Berlusconi veniva sottoposto a un processo, ossia veniva rinviato a giudizio e è buona norma che, almeno nel momento in cui si viene rinviati a giudizio per accuse così gravi, certo non stiamo parlando di un divieto di sosta o - che ne so? - di una frase, o di un insulto scappato in un momento di ira, stiamo parlando di roba seria, stiamo parlando di corruzione di un testimone per taroccare dei processi, stiamo parlando di corruzione di giudici - il processo Sme è finito come sapete - stiamo parlando di falsi in bilancio, frodi fiscali, appropriazioni indebite, tentata istigazione alla corruzione di Senatori, insomma basterebbe una di queste vicende approdate alla richiesta di rinvio a giudizio o al rinvio a giudizio, ossia approdate in quella fase nella quale il giudice ha smesso di fare le indagini e ha attivato l’azione penale, la attiva il Pubblico Ministero con la sua richiesta di rinvio a giudizio e, in quel momento, l’indagato diventa imputato, conseguentemente è buona norma che, in quella fase, chi svolge cariche pubbliche o funzioni pubbliche, si faccia da parte proprio perché la Costituzione prevede un surplus di doveri, per chi svolge incarichi pubblici (articolo 54, non vorrei sbagliare, ma mi pare di ricordare che sia il 54), chi ricopre cariche pubbliche non è un cittadino comune e deve anche esercitarle con disciplina e onore. Il che è abbastanza incomprensibile.. incompatibile con una richiesta di invio a giudizio o con un rinvio a giudizio per reati gravi. Ma soprattutto, come dicevamo, in qualsiasi altro Paese Berlusconi non sarebbe diventato neanche Presidente del Consiglio, con quel popò di imputazioni, quindi il problema si sarebbe già dovuto porre a monte, sull’incompatibilità di Berlusconi Premier con i sui processi: un capo dello Stato che si rispetti non gli avrebbe neanche dato l’incarico.
Craxi, in odore di avviso di garanzia, non diventò Presidente del Consiglio
Non dimentichiamo che nel 92 Scalfaro, ben altro Presidente della Repubblica, quando si parlava di un avviso di garanzia a Craxi, che però non l’aveva ancora ricevuto, nel maggio del 92 Scalfaro non diede l’incarico a Craxi, nonostante che i partiti della maggioranza, appena confermata dalle elezioni dell’aprile 92, gli avessero confermato una sia pur risicata maggioranza al partito, ebbene Scalfaro non diede l’incarico a Craxi perché avrebbe potuto essere sfiorato da un avviso di garanzia e diede l’incarico a Giuliano Amato, che faceva parte dello stesso partito e della stessa maggioranza, ma non era coinvolto, personalmente almeno, in questioni di finanziamenti illeciti o corruzioni. Conseguentemente avrebbe dovuto essere il capo dello Stato, con la sua sensibilità istituzionale, a optare per un altro esponente del centrodestra di stretta fiducia di Berlusconi, che non avesse dei processi: insomma, qualcuno ancora ce l’hanno che non sia imputato o condannato, sempre meno, ma qualcuno ce l’hanno. Da Tremonti a Fini nessuno avrebbe trovato niente da eccepire. E’ già tutto avvenuto, Berlusconi è già diventato Presidente del Consiglio da imputato, è imputato praticamente da 15 anni e quindi non si capisce quale sarebbe la novità se tornasse a essere imputato dopo l’eventuale bocciatura della legge Alfano. Tutto questo allarmismo che c’è intorno alle dimissioni di Berlusconi è totalmente infondato sia perché l’esperienza ci insegna che lui da imputato non si dimette, sia perché l’esperienza ci insegna che nessuno gli ha mai chiesto di dimettersi in quanto imputato, salvo Di Pietro, che io ricordi non c’è nessun altro che abbia detto che Berlusconi si deve dimettere. Quindi Berlusconi, se verrà bocciato il Lodo Alfano, farà la solita gazzarra per qualche giorno e poi resterà al suo posto, continuando a fare il Premier e l’imputato come ha sempre fatto nei cinque anni del suo secondo governo, dal 2001 al 2006, quando era sotto processo e non ha mai pensato di dimettersi. Tentò anche all’epoca di salvarsi con uno scudo, il Lodo Maccanico /Schifani, lo scudo durò sei mesi: dall’estate del 2003 al gennaio del 2004, la Corte glielo bocciò, lo ritrascinò in Tribunale e lui continuò a fare il Presidente del Consiglio e l’imputato, quindi abbiamo anche il precedente specifico; Berlusconi, se torna imputato, non si dimette. Conseguentemente non si capisce di quale allarme per la caduta del governo si stia parlando in questo momento: è un modo per condizionare la Corte Costituzionale e purtroppo, a avere interesse che la Corte Costituzionale confermi il Lodo, non sono soltanto Berlusconi e la sua ristretta cerchia, ma è anche il Quirinale, perché quest’ultimo verrebbe a subire un gran ceffone dalla Corte Costituzionale, visto che molti giuristi, addirittura 100 costituzionalisti, compresi quattro o cinque ex Presidenti della Corte Costituzionale, avevano detto, in un famoso appello, che il Lodo era incostituzionale in forma palese, ictu oculi, al primo sguardo, incompatibile con l’articolo 3 della Costituzione e quindi c’erano tutti gli elementi affinché il capo dello Stato lo respingesse al mittente con un messaggio motivato alle Camere, come prevede la Costituzione. Il capo dello Stato non volle respingerlo, non respinge mai nulla, ha firmato tutto in questo anno e mezzo di terzo governo Berlusconi, ancora l’altro giorno ha firmato lo scudo fiscale e ci ha anche fatto sapere, redarguendo severamente un cittadino che aveva osato fare il cittadino, cioè chiedergli spiegazioni, che tanto è inutile respingere le leggi costituzionali, perché tanto Berlusconi le ripresenta uguali. Pensate che argomentazione poderosa! C’è un potere della Costituzione che consente, anzi impone al capo dello Stato, nel caso in cui la legge sia manifestamente incostituzionale, di rimandarla indietro, ma lui ci fa sapere che non le rimanda indietro perché tanto gliele ripresenterebbero uguali. Beh, almeno farebbe sapere che lui non c’entra, almeno farebbe sapere che lui ha provato a difendere la legalità e la Costituzione! Ciampi- per non parlare di Scalfaro e di altri loro predecessori- ha respinto leggi costituzionali, a volte il governo, per non scontrarsi con il Quirinale o la maggioranza, è stato costretto a riformarle e a migliorarle un po’, altre volte le ha ripresentate uguali e così si è legato il cappio al collo: è avvenuto, per esempio, con la Legge Pecorella, quella che aboliva l’appello per il Pubblico Ministero contro le assoluzioni e le prescrizioni, ma non aboliva l’appello dell’imputato contro la sua condanna in primo o secondo grado. Una legge manifestamente di impar condicio, che infatti Ciampi respinse, il Parlamento - maggioranza Berlusconi - gliela ripresentò identica, Ciampi a quel punto non poteva più non firmarla, ma spianò a questo punto la strada alla Corte Costituzionale, che fece a pezzi la Legge Pecorella, che ovviamente è doppiamente incostituzionale, sia perché l’aveva detto il capo dello Stato, supremo garante della Costituzione, che poi perché l’ha stabilito ufficialmente, dopo il replay, la Corte. La stessa cosa poteva avvenire o con il Lodo o con lo scudo fiscale, se si riteneva che fossero incostituzionali come molti sostengono che fossero.
Da domani la Corte ha il compito di stabilire se il Lodo è o meno costituzionale: non ha il compito di stabilire chi governa, anche perché, nel caso eventuale in cui Berlusconi decidesse, in un impeto di.. come dire? In un’illuminazione improvvisa di spirito istituzionale di dimettersi, non è che andrebbe al potere la sinistra, che le elezioni le ha perse, per altro giustamente, e che ha continuato a perderle anche nell’ultima tornata delle elezioni amministrative e europee. Governerebbe il centrodestra con un altro Presidente del Consiglio, che è perfettamente legittimo, nel senso che non siamo un Paese dove viene eletto il Presidente del Consiglio: da noi viene eletto il Parlamento, viene eletta una maggioranza che sceglie il suo Presidente del Consiglio indicandolo al capo dello Stato, il quale può decidere liberamente se prendere quel candidato della maggioranza o qualcun altro che gli piace di più, perché è il capo dello Stato che nomina il Presidente del Consiglio e, su su a indicazione, nomina i Ministri. Conseguentemente, se domani dovesse succedere qualcosa per cui Berlusconi non ci fosse più, ci sarebbe un altro esponente del centrodestra, che ha il diritto e direi anche il dovere di governare, visto che è stato mandato al Parlamento e al governo per governare e per amministrare il Paese. La Corte di tutto questo non si deve minimamente occupare e, chiunque parli di dimissioni o non dimissioni di Berlusconi, sta facendo un favore a Berlusconi, perché sta caricando la Corte di un fardello che non è il suo: la Corte deve prendere la Costituzione, prendere il Lodo Alfano, che tra l’altro non è un Lodo - l’abbiamo già detto: Lodo vuole dire soluzione concordata tra le parti e qui non c’è nulla di concordato con nessuno, qui c’è un signore che non vuole farsi processare e che si fa una legge ad hoc; la Corte Costituzionale deve prendere la Costituzione, prendere il Lodo Alfano - confrontarli e vedere se stanno insieme, vedere se sono compatibili l’uno con l’altro. Basta leggere l’articolo 3, “ tutti i cittadini sono uguali dinanzi alla legge, senza distinzione di posizione personale, sociale, questioni razziali, sessuali, religiose, ideali” etc. etc. e, dall’altra parte, vedere se una legge che stabilisce l’impunità per quattro alte cariche dello Stato è compatibile con quell’articolo 3, questo deve fare la Corte Costituzionale.
Il Lodo serve solo a Berlusconi, come ha dimostrato "Il Fatto"
Tra l’altro quest’ultima sa, grazie a Il Fatto Quotidiano - permettetemi che ci vantiamo delle poche cose buone che riusciamo a fare! - che quel Lodo non è fatto per le quattro alte cariche dello Stato, ma per una, la più bassa, il nanetto, perché? Perché le altre tre non hanno processi, o meglio ne aveva uno Fini: ne aveva uno perché? Perché il Pubblico Ministero di Potenza, che adesso è in trasferimento a Napoli, Harry John Woodcock , l’aveva querelato per delle dichiarazioni sgangherate che Fini aveva fatto a Porta a Porta, quando aveva detto che Woodcock doveva cambiare mestiere, perché non sapeva fare il magistrato, quando Woodcock aveva messo sotto inchiesta la moglie di Fini, il segretario di Fini e il factotum di Fini: ricorderete lo scandalo del portavoce Sottile, che usava l’auto blu per scarrozzare le soubrette alla Farnesina e poi è stato condannato per peculato in primo grado. Ricordate la storia del segretario di Fini, Proietti, che era stato beccato al telefono mentre parlava di cliniche, di quote di cliniche etc. con la moglie di Fini, l’inchiesta poi passò a Roma, non se ne è mai più saputo niente, come spesso avviene quando le inchieste passano a Roma, ma in ogni caso quella era l’inchiesta che aveva fatto infuriare Fini, il quale però, a mente fredda, doveva aver capito che l’inchiesta era buona, perché infatti ha mandato via il suo portavoce Sottile e poi si è separato da sua moglie, diciamo implicitamente ammettendo che forse Woodcock non aveva tutti i torti.
Che cosa è  successo la scorsa settimana? Che Il Fatto Quotidiano ha pubblicato la notizia che i magistrati di Roma avevano congelato - diciamo - in un cassetto, in freezer - i freezer della Procura di Roma sono sempre stati molto capienti! - il processo per diffamazione a Fini, che era stato, nel frattempo, rinviato a giudizio per aver diffamato Woodcock. Ci siamo domandati su Il Fatto - l’ha scritto Marco Lillo - ma è possibile? Fini aveva detto che non si sarebbe avvalso del Lodo Alfano, che è rinunciabile, e non gli fanno il processo lo stesso?! Non lo processano neanche se insiste per essere processato, ma cosa deve fare questo povero Fini per farsi processare?! L’ha detto che non vuole ricorrere al Lodo Alfano! Allora abbiamo contattato l’Avvocatessa Giulia Bongiorno, che assiste Fini in questo frangente e le abbiamo chiesto “confermate di voler essere processati?” e lei ha detto “ certo!” e hanno chiesto proprio alla Procura di Roma di sbloccare questo maledetto processo.
A questo punto, quando si è saputo ufficialmente che Fini chiedeva di essere processato, ossia di essere spogliato dello scudo spaziale del Lodo, Woodcock ha fatto un bel gesto e ha detto “ va bene, mi dichiaro soddisfatto, finalmente abbiamo un esponente delle istituzioni che compie un gesto istituzionale, finalmente abbiamo un politico che si comporta come si deve comportare chiunque e quindi per me questo gesto è talmente istituzionale e talmente raro da compensare ampiamente l’offesa che ho ricevuto quella volta a Porta a Porta. Mettiamoci una pietra sopra, ritiro la querela a Fini”, dato che la dichiarazione è procedibile soltanto a querela della parte lesa, se la parte lesa ritira la querela il processo evapora. E questo secondo me è stato un bel gesto: è stato un bel gesto perché ha consentito a Woodcock di fare capire che lui non era andato a querelale Fini per un accanimento o per prendere dei soldi e, dall’altra parte, ha fatto capire che anche Fini aveva fatto un bel gesto, perché in fondo gli sarebbe bastato non dire niente e il Lodo lo avrebbe coperto dalle conseguenze di quelle dichiarazioni sgangherate che spesso i politici fanno, coprendosi poi con varie forme di immunità, insindacabilità o invulnerabilità. Da questa settimana, grazie a Il Fatto Quotidiano, sappiamo che il Lodo serve solo a Berlusconi e basta e che quindi non è una legge generale astratta, perché le leggi devono essere generali e astratte, devono servire in astratto: no, questa è una legge particolare e concreta per dare l’impunità a una sola persona. Berlusconi poi ci ha messo del suo, perché ha detto “ beh, comodo Fini: Fini ha solo un processo per diffamazione, io invece ho pure le corruzioni”. Certo, per avere un processo di corruzione bisogna corrompere qualcuno o essere corrotti da qualcuno, è difficile che un giudice si alzi la mattina e inventi un processo per corruzione! Fini non ha mai corrotto nessuno, non è mai stato corrotto da nessuno e quindi non ha processi per corruzione: aveva, probabilmente, diffamato Woodcock, si è comportato in un certo modo e adesso non ha più neanche quel processo lì.
Stabilito che questa è una legge particolare e concreta per l’impunità di Berlusconi, stabilito che Berlusconi è anche andato a cena insieme all’autore di quella legge con due giudici costituzionali che domani saranno chiamati a decidere la costituzionalità di una legge, il cui autore va a cena con loro accompagnato dall’utilizzatore finale, noi siamo in grado di farci un’idea: non un’idea di quello che giudicherà la Corte, perché la Corte ce lo farà sapere quando avrà deciso, ma un’idea sul fatto che, se la decisione fosse una decisione tecnico /giuridica, non ci sarebbero possibilità di dubbio, il Lodo Alfano sarebbe incostituzionale. Se invece dovessero subentrare altre valutazioni di politica, di opportunità, il momento, “cade il governo, oddio cosa succede? Dobbiamo assumerci la responsabilità”, se entrassero queste valutazioni - che non devono entrare - nel Palazzo della consulta beh, allora ovviamente ci sarebbe l’uno, ci sarebbe il due e ci sarebbe l’x come esito finale, anche perché i giudici già sanno, visto che l’hanno già assaggiato altre volte, che arriverà il randello sulla loro testa, se oseranno mai dichiarare incostituzionale una legge incostituzionale!
La multa di 750 milioni di euro a Fininvest
Leggete quello che hanno scritto e hanno detto i giornali, i telegiornali e gli esponenti del centrodestra l’altro giorno, quando il giudice di Milano ha finalmente stabilito il risarcimento per la Cir di De Benedetti, che venti anni fa era stata derubata della più grande casa editrice italiana. Ne abbiamo parlato quest’estate, del fatto che sarebbe arrivata questa sentenza, lo sapevano tutti: la decisione era.. il giudice era in fase di decisione da un anno, un anno per decidere dopo un processo che era durato altri anni. Hanno scritto che questa è giustizia a orologeria: giustizia a orologeria rispetto a cosa? Ci sono elezioni, ci sono.. che c’è? Quale è la ragione per cui non avrebbero dovuto emettere questa sentenza in questo momento? Il fatto è che le sentenze sfavorevoli a Berlusconi non devono mai essere emesse, fosse anche a Capodanno o a ferragosto, fosse anche a Natale: perché? Perché sono sfavorevoli a Berlusconi e i giudici non devono mai emettere sentenze sfavorevoli a Berlusconi: quella di domani potrebbe essere la seconda in una settimana, quella dell’altro giorno è stata sicuramente un’altra bella botta, perché sono 750 milioni di Euro e, del resto, stiamo parlando della più grossa casa editrice italiana che è stata rubata alla Cir da un giudice corrotto e dai tre Avvocati di Berlusconi, che l’hanno corrotto con soldi di Berlusconi. Pensate a quanti soldi avrebbe guadagnato il legittimo proprietario di quella casa editrice in questi 20 anni, se non gli avessero rubato la casa editrice e quindi pensate a quanto vale la Mondatori, più il lucro cessante, più le opportunità perdute da un imprenditore che se la è vista scippare da una sentenza frutto di corruzione. E pensate politicamente come sarebbe cambiato il Paese, se il principale gruppo editoriale italiano non fosse stato nelle mani di Berlusconi, ma fosse stato nelle mani di un gruppo editoriale critico nei confronti di Berlusconi. Nell’89 /90 la Mondatori non solo passa di mano, ma passa dall’opposizione al Caf (Craxi, Andreotti, Forlani), nelle mani del Caf di cui Berlusconi era il trombettiere numero uno come editore e poi, quando diventa lui politico, la Mondadori diventa il suo battaglione di combattimento. Chissà, senza la Mondadori, che cosa ne sarebbe stato del Caf: magari sarebbe caduto prima! Che cosa ne sarebbe stato di Berlusconi: magari non avrebbe vinto le elezioni, vista l’influenza che hanno i gruppi editoriali sull’elettorato, oltre all’aspetto finanziario.
Tre ragioni per bocciare la legge Alfano
E allora concludo citando due o tre ragioni che Lorenza Carlassare, una bravissima costituzionalista che insegna a Padova e che scrive su Il Fatto Quotidiano, ha esplicitato per spiegare le ragioni del no al Lodo, ossia le ragioni per le quali il Lodo è incostituzionale. Dice, la Carlassare, su Il Fatto: “ è vero che, bocciato un Lodo Alfano, se ne approva un altro modificato e lo si manda immediatamente in vigore, come ha scritto Vittorio Feltri su Il Giornale il 14 settembre? Se così fosse, la Costituzione e le istituzioni di garanzia non sarebbero che un’inutile farsa e l’ordinamento intero un vuoto castello di carte smontabili a piacere- Feltri l’ha già detto, “ se lo bocciano lo rifacciamo uguale”: sarebbe la terza volta, perché avevano già fatto il Lodo Schifani /Maccanico; a piacere della maggioranza- si intende proprio il contrario di ciò che esige il costituzionalismo, il cui obiettivo è porre limiti al potere”, senti che bello: il costituzionalismo ha, come compito, quello di porre limiti al potere. “ Nessuno credo che potrebbe pensarlo, anche se è già successo. Dichiarata incostituzionale la Legge Schifani nel 2004, nel 2008 è stata approvata la Legge Alfano, sulla quale adesso la Corte Costituzionale è chiamata a decidere. Nell’ipotesi, a mio avviso certa, che sia dichiarata illegittima - la Carlassare si rifiuta di pensare che entrino in Corte valutazioni politiche - il governo e la sua maggioranza potrebbero tentare per la terza volta? Bisogna rispondere con fermezza che la riapprovazione di una norma dichiarata illegittima non è consentita e dunque, se la Corte, pronunciandosi sull’Alfano, menzionasse tra gli altri anche questo motivo, il Presidente della Repubblica potrebbe, senza incertezze, non promulgare il Lodo terzo, che Feltri ci ha annunciato. Dove sta il problema? Il governo potrebbe sostenere che la legge è diversa dalla precedente, come già oggi sostiene: in giudizio e fuori il Ministro La Russa l’ha ribadito con vigore, affermando che la Legge Alfano è stata costruita tenendo conto di tutti i rilievi mossi al Lodo Schifani nella sentenza del 2004” e la stessa cosa, purtroppo, l’ha sostenuta anche il capo dello Stato quando ha firmato, ha detto “ firmo il Lodo perché recepisce le critiche della sentenza della consulta contro la Schifani”, ma non è vero e infatti scrive, la Carlassare, che “ puntuali rilievi sul Lodo Schifani sono stati bellamente ignorati nel Lodo Alfano: per esempio, la posizione di chi presiede il Consiglio dei Ministri e le Camere non può essere differenziata da quella degli altri membri del collegio. Il Presidente del Consiglio non ha uno status diverso da quello dei suoi Ministri e i Presidenti delle Camere non hanno uno status diverso dai parlamentari: sono primi inter pares , ma non sono sopra e conseguentemente non si vede perché loro siano immuni e gli altri no”. Qualche differenza comunque c’è: le alte cariche tutelate, invece di essere cinque come nel Lodo Schifani, adesso sono solo quattro, hanno tolto il Presidente della Corte Costituzionale. “Resta però immutato il vizio di fondo nel Lodo Alfano come nel Lodo Schifani: la sospensione dei processi per i reati comuni anche precedenti all’assunzione della carica deroga il principio della parità di trattamento rispetto alla giurisdizione, di fronte al quale non può prevalere l’esigenza di tutelare il sereno svolgimento delle funzioni pubbliche - questa è la scusa, no? Non bisogna distrarre Berlusconi perché sta lavorando per noi - quell’esigenza, pur apprezzabile, si scontra infatti con valori fondamentali di superiore livello: il proprio della parità di trattamento di fronte alla giurisdizione è alle origini della formazione dello Stato di diritto; la continuità tra le due leggi è chiara, di sereno svolgimento delle funzioni si parla nella relazione del Ministro Alfano, come si parlava a proposito della Legge Schifani, che è stata respinta dalla Corte Costituzionale, la quale ha detto che “ la sospensione dei processi, disposta durante il mandato, corrisponde al periodo di tempo che legislatore ha ritenuto sufficiente per consentire alla persona che riveste l’alta carica di organizzarsi per affrontare contemporaneamente gli impegni istituzionali di un eventuale nuovo incarico e il processo penale””. Questa, scusate, non è la sentenza della Corte: questa è la tesi dell’avvocatura dello Stato, che difende non lo Stato, ma Berlusconi. E allora come si fa a evitare che chi ricopre un’alta carica sia distolto dai suoi compiti di difendersi in sede penale? Basta concordare il calendario delle udienze: del resto Berlusconi non è mai andato alle sue udienze, salvo quando doveva fare le dichiarazioni spontanee. E’ quello che scrive la Procura di Milano.
“Vero è che l’effettiva e esclusiva finalità perseguita dalla Legge Alfano non è tanto quella di consentire all’Onorevole Berlusconi di organizzare le sue difese, ma di consentirgli di difendersi dal processo per frode fiscale e dal processo per corruzione in atti giudiziari. La Legge Alfano fu voluta dallo stesso Berlusconi per ritardare la celebrazione dei suoi processi penali. La Legge Schifani mirava a ritardare la celebrazione del processo Sme, la Legge Alfano - scrive sempre la memoria della Procura di Milano - mira a ritardare la celebrazione di almeno altri due processi, il processo Mills e il processo Mediaset” e adesso arriva pure il processo Mediatrade.
“ Lascia infine perplessi l’argomento - scrive la Carlassare - dell’avvocatura dello Stato che, qualunque sia il reato contestato, attinente o estraneo alle funzioni pubbliche, è la pendenza del giudizio a far sorgere il problema. Che un Presidente sia accusato di un reato grave e infamante non fa già sorgere il problema?”, domanda la costituzionalista, “ i mesi di comunicazione dai quali le notizie sono presentate nelle forme che suscitano maggiormente la curiosità del pubblico, utilizzando formule suggestive - perché questa è l’altra ragione accampata dall’avvocatura dello Stato, “i giornali ne parlano, se Berlusconi va sotto processo, eh, già, ne parlano! E’ un brutto affare la libertà di stampa”! - scrive “ queste cronache giornalistiche non sono una fissazione dei giornalisti, è che sono messe in moto dalle accuse gravi che pendono su Berlusconi, e non è che spariscano, quelle accuse, solo perché il processo è congelato dal Lodo, la stampa ha il dovere di parlarne anche se il processo è sospeso, di quelle gravi accuse, perché il problema sono le accuse a Berlusconi, non è il fatto che lui sia o meno, in questo momento, sotto processo. Quindi la sospensione non serve neanche al sereno esercizio delle funzioni, tant’è vero che, nella sentenza della Corte sul Lodo Schifani, era giudicato contrario al diritto di difesa, questo proprio di sospendere i processi alle alte cariche, perché non prevedeva la rinuncia dell’accusato alla sospensione per ottenere l’accertamento giudiziale che egli può ritenere a sé favorevole. E poi - conclude la Carlassare - per chi ricopre un’alta carica sarebbe conveniente affrettare i tempi del processo, dimostrare la propria innocenza e esercitare la funzione finalmente sereno, sempre - si intende - che innocente lo sia davvero”. Mi pare un’ottima precisazione. Speriamo di ritrovarci qua lunedì prossimo a commentare una bella sentenza della Corte che ci faccia sentire ancora cittadini di uno Stato di diritto, dove la legge è uguale per tutti senza eccezione alcuna. Continuate a leggere Il Fatto Quotidiano e continuate a seguirci su Passaparola. Buona settimana, passate parola!   

lunedì 28 marzo 2011

Video Marco Travaglio - Ultima puntata Passaparola - 28/03/2011

Ultima puntata Passaparola - 28/03/2011


L'ultima puntata di Passaparola, lo spazio settimanale di Marco travaglio in onda tutti lunedì alle 14 in streaming sul blog di Beppe grillo. Potrai guardare la puntata di oggi direttamente sul nostro blog.  A breve in seriremo il testo scritto per i non udenti. Guarda la puntata di passaparola di oggi 23 Marzo 2011 direttamente in streaming su Video Travaglio Blog. Lasciate i Vostri commenti e condividete in tanti, anzi passate parola.

Marco Travaglio: vice direttore de il fatto Quotidiano e ospite fisso della trasmissione in onda su Rai due il giovedì sera, Annozero, condotta dal giornalista Michele Santoro. Marco Travaglio è un giornalista nato sotto l'ala protettrice di Indro Montanelli al Giornale, critico e intransigente con la figura di Berlusconi, ma anche di tanti altri politici di vari schieramenti. Ha riportato fedelmente le notizie, integralmente , dando una nuova visione dei fatti che accadono in Italia, in un'epoca in cui la stampa è sempre più asservita al potere. Si distingue per la sua criticità ed ironia, per la sua cultura e linguaggio, per la semplicità con cui racconta procedimenti giudiziari, frodi, inganni, malefatte della classe politica e non dell'Italia di oggi.

Testo:
Buongiorno a tutti, il tempo di fare le condoglianze a Angela Merkel, l’ultima vittima delle nomination porta sfiga di Berlusconi, sapete che non appena Frattini ha annunciato un’iniziativa comune franco – tedesca sulla Libia, la Merkel ha perso rovinosamente le elezioni, la sua speranza è che si smarchi dalla linea Berlusconi, in modo che potrà garantirsi un sereno e proficuo e meraviglioso futuro politico, il tempo di avvertire che è partita la battaglia per chiudere Anno Zero e quindi altre trasmissioni di approfondimento televisivo per un mese e mezzo con la scusa delle elezioni amministrative, esattamente come era stato fatto l’anno scorso.

Figuranti al Tribunale
Il tempo di domandarsi il perché dello stupore se la Signora Rita Dalla Chiesa a Forum utilizza una figurante, spacciandola per una terremotata de L’Aquila che in diretta spiega ai cittadini italiani come è andata bene la ricostruzione, come è completata la ricostruzione de L’Aquila, mentre basta andare a L’Aquila per rendersi conto del fatto che non hanno ricostruito neanche una capanna, neanche un canile, è tutto un paese di figuranti.


Il ministro di Napolitano
Il G.I.P. però ha tenuto lì, ha detto “aspettiamo perché nel frattempo è uscita la sentenza Cuffaro definitiva della Cassazione, nella sentenza Cuffaro, siccome Cuffaro alcuni rapporti con i mafiosi li aveva insieme a Romano, nel senso che andava a incontrarli insieme a Romano che era il suo gemellaggio, il suo braccio destro potremmo dire volgarmente, è interessante capire cosa ha stabilito la Cassazione su quello che faceva Cuffaro insieme a Romano, perché una sentenza di Cassazione ha valore di prova, anche in processi diversi, quindi anche in un eventuale processo a Romano, se la Cassazione dovesse dire qualcosa di pesante sul ruolo di Romano al fianco di Cuffaro, ecco che il G.I.P. potrebbe decidere che c’è ormai una prova cristallizzata sulle collusioni di questo personaggio e quindi invece di archiviare, dire alla Procura di chiedere il rinvio a giudizio, perché c’è un elemento nuovo.

Lasciamolo solo
Quindi spaventare finché si è in tempo i magistrati sono tutte mosse disperate naturalmente, ecco perché dicevo che forse è venuto il momento di lasciarlo un po’ solo, perché si capirebbe ancora meglio che siamo di fronte a un caso umano, invece di enfatizzare questo scontro che in realtà non c’è perché è lui che sta dichiarando guerra come al solito a tutto il mondo, tranne al suo amico Gheddafi, gli dispiace non vuole disturbare.

Forse è questo che si chiede all’informazione e anche alla Magistratura associata: meno strepiti. "Berlusconi ce l’ha con noi, ci vuole punire", lo sappiamo che vi vuole punire, ma ai cittadini non gliene frega niente, invece è molto importante far capire ai cittadini che razza di processo viene fuori, se l’imputato può far causa al suo giudice, quindi freddezza, nervi saldi da parte di tutti, anche di quelli che vogliono andare a manifestare contro quelli che manifestano per Berlusconi e possibilmente cercare di spiegare chirurgicamente e freddamente ai cittadini cosa succede a noi se passano queste leggi, ben sapendo che ormai per fortuna se Dio vuole ne passeranno ben poche. Bisogna cercare di fare questo salto, vi do solo un dato: l’altro giorno a un convegno il sondaggista Pagnoncelli ha raccontato che per gli italiani l’emergenza N. 1 non è né la Libia, né quei poveri immigrati a Lampedusa, né tanto meno il federalismo, l’emergenza vera dell’Italia è l’evasione fiscale e la corruzione e le mafie, i soldi che sfuggono allo Stato con il nero e che quindi i cittadini onesti sono costretti ogni anno a rabboccare pagandone di più di tasse. Questa è l’emergenza N. 1 per i cittadini italiani nei sondaggi, vi pare normale che il politico più votato alle ultime elezioni sia stato un signore imputato di evasione fiscale e corruzione? Bisogna cercare di unire queste due informazioni: è giusto avercela con l’evasione fiscale, con la corruzione e con le mafie finalmente siamo arrivati a avercela con questi che sono i veri problemi dell’Italia e quindi per favore non facciamoci più rappresentare da un imputato di corruzione e evasione fiscale, è questo link che manca, abbiamo le due informazioni ma non riusciamo ancora a metterle insieme, strepitare gli uni contro gli altri non serve, invece far passare questi messaggi per chi lo può fare è molto più utile, passate parola, buona settimana!